Sangue, motoseghe, diavoli, organizzazioni, drammi, amici, sogni. Tutto questo è raccontato tra le pagine in bianco e nero del mangaka Tatsuki Fujimoto. Ora che la pubblicazione su Weekly Shonen Jump è finita il 14 dicembre 2020 ed è stata annunciato il sequel del manga, è tempo della nostra recensione no spoiler di Chainsaw Man. Da poco è stato rilasciato il nuovo trailer di Chainsaw Man che mostra come apparità l’adattamento anime curato da MAPPA.
Chainsaw Man: recensione no spoiler
Denji è un giovane ragazzo di 16 anni, emarginato dalla società a causa della sua povertà. Proprio per questo, farebbe di tutto per soldi, anche vendere i propri organi o cacciare i diavoli con il suo diavolo cane domestico, Pochita. Lui e il suo fido cagnolino tirano avanti nella propria vita, giorno dopo giorno, condividendo i pochi pasti e sognando insieme una vita migliore. Infatti, Denji è semplicemente quel ragazzo che ha dei semplici sogni, che vive in modo semplice e che sta annegando sotto una montagna di debiti lasciati dal suo padre ucciso da dei criminali. Però, un giorno la sua triste vita viene sconvolta quando viene tradito da qualcuno di cui si fida. Ma con il potere di un diavolo che si cela dentro di lui, Denji diventa un ragazzo completamente nuovo: diventa Chainsaw Man!
Ma cosa rende Chainsaw Man così terribilmente bello e anacronistico? Il punto di forza di questa storia sono proprio tutti i personaggi. Strani e diabolicamente unici nella loro caratterizzazione, quest’ultimi permettono a Fujimoto di raccontare non una storia banale e ritrita, ma qualcosa di nuovo e fresco nel panorama del fumetto giapponese.
La storia parte con il primo arco narrativo con una struttura narrativa da introduttivo classico shonen. Ma dal successivo arco, i personaggi di Chainsaw Man cadono all’interno di una voragine sempre più oscura fino a culminare con eventi sanguinolenti, tragici e crudi. Queste sensazioni sono magistralmente emanate dal racconto grazie alla bravura di Fujimoto nell’ avere il coraggio di far fuori personaggi che avevano acquisito una certa importanza e centralità nel racconto. Un modo coraggioso che lascia il lettore totalmente sbigottito e spaesato. Durante la lettura, il lettore non ha sicurezze su cosa stia leggendo e di cosa Chainsaw Man potrebbe riservargli.
Chainsaw Man: sangue, mistero, brutalità
Oltre al sangue, intorno a Chainsaw Man aleggia parecchio mistero, soprattutto su alcuni personaggi. Fujimoto si diverte nel celare fino all’ultimo le vere intenzioni di alcuni personaggi centrali. Tra significati misteriosi, indizi, ritmo e importanti rivelazioni, il lettore è trascinato in un turbinio di sensazioni miste alla confusione di quanto appena letto da costringerlo nel rileggere più volte l’intero capitolo o addirittura anche i precedenti per collegare tutti i punti seminati.
Chainsaw Man ha la peculiarità di raccontare una storia con sfumature ricche di ogni genere: horror, romantico, slice of life, gore, splatter, thriller. Il pregio di questo manga è proprio questo, non avere alcun limite, sia nei generi quanto nella storia e nei personaggi. Non a caso, le battaglie sono l’apice del disordine e della frenesia, con poteri di vario tipo che vengono utilizzate di volta in volta dai vari protagonisti. Lo stile grafico di Fujimoto riescono a mescolare perfettamente momenti di vita semplice tra i personaggi con i momenti più folli e brutali della guerra disegnate su pagine che volano freneticamente senza la presenza di alcun dialogo.